Archivio per gennaio, 2012

Campagna Scuola di Gomme.

Chi demolisce una scuola demolisce il futuro!

CAMPAGNA A SOSTEGNO DELLA SCUOLA DI GOMME DI
ALHAN AL AHMAR (PALESTINA) – LEGGI IL TESTO DELLA CAMPAGNA

Chi demolisce una scuola, demolisce il futuro.”

Campagna a sostegno della scuola di gomme
alhan al ahmar palestina

Esiste una scuola elementare dove ogni giorno gli alunni sono costretti ad affrontare il terrore delle ruspe dell’esercito…

La scuola di gomme è stata realizzata nel 2009 da vento di terra ong, un progetto innovativo sviluppato dal gruppo di progettazione

arcò – architettura e cooperazione (www.ar-co.org), utilizzando 2.200 pneumatici usati, al fine di ospitare 100 bambini beduini, esclusi dal diritto allo studio. Il progetto è stato finanziato dal consolato italiano, dalla conferenza episcopale italiana, dai comuni del sud milano e dalla rete di sostegno a vento di terra.

Oggi la scuola rischia di essere demolita e 100 bambini rischiano di perdere l’unica possibilità di accedere all’istruzione di base.

Desidero firmare la petizione a sostegno della Scuola di Gomme di Alhan al Ahmar per chiedere al Consolato Italiano a Gerusalemme di intervenire in difesa della scuola e del diritto all’istruzione dei beduini della comunità Jahalin.


Cos’è un lager?
E’ una cosa nata in tempi tristi, dove dopo passano i turisti,
occhi increduli agli orrori visti… “non gettar la pelle del salame!”…
Cos’è un lager?
E’ una cosa come un monumento e il ricordo assieme agli anni è spento,
non ce n’è mai stati, solo in quel momento, l’ uomo in fondo è buono, meno il nazi infame!
Ma ce n’è, ma c’è chi li ha veduti o son balle di sopravvissuti?
Illegali i testimoni muti, non si facciano nemmen parlare!
Cos’è un lager?

Sono mille e mille occhiaie vuote, sono mani magre abbarbicate ai fili,
son baracche, uffici, orari, timbri e ruote, son routine e risa dietro a dei fucili,
sono la paura, l’ unica emozione, sono angoscia d’ anni dove il niente è tutto,
sono una pazzia ed un’ allucinazione che la nostra noia sembra quasi un rutto,
sono il lato buio della nostra mente, sono un qualche cosa da dimenticare,
sono eternità di risa di demente, sono un manifesto che si può firmare…

E un lager, cos’è un lager?
Il fenomeno ci fu. E’ finito! Li commemoriamo, il resto è un mito!
l’hanno confermato ieri giù al partito, chi lo afferma è un qualunquista cane!
Cos’è un lager?
E’ una cosa sporca, cosa dei padroni, cosa vergognosa di certe nazioni,
noi ammazziamo solo per motivi buoni… quando sono buoni? Sta a noi giudicare!
Cos’è un lager?
E’ una fede certa e salverà la gente, l’ utopia che un giorno si farà presente
millenaria idea, gran purga d’ occidente, chi si oppone è un giuda e lo dovrai schiacciare!
Cos’è un lager?

Son recinti e stalli di animali strani, gambe che per anni fan gli stessi passi,
esseri diversi, scarsamente umani, cosa fra le cose, l’ erba, i mitra, i sassi,
ironia per quella che chiamiam ragione, sbagli ammessi solo sempre troppo dopo,
prima sventolanti giustificazioni, una causa santa, un luminoso scopo,
sono la furiosa prassi del terrore sempre per qualcosa, sempre per la pace,
sono un posto in cui spesso la gente muore, sono un posto in cui, peggio, la gente nasce…

E un lager…
E’ una cosa stata, cosa che sarà, può essere in un ghetto, fabbrica, città,
contro queste cose o chi non lo vorrà, contro chi va contro o le difenderà,
prima per chi perde e poi chi vincerà, uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell’umanità, chi fra voi kapò, chi vittima sarà
in un lager?

Andai nei boschi per vivere con saggezza,
vivere con profondità
e succhiare tutto il midollo della vita,
per sconfiggere tutto ciò che non era vita
e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.

Henry David Thoreau, da “Walden, ovvero La vita nei boschi”

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La Pace di Aristofane.

Fa capolino da una bellissima locandina affissa in una libreria  la parola “PACE”
Incuriosito ed interessato, mi informo meglio: il 20 al teatro Alfieri di Asti  prima rappresentazione nazionale di un nuovo allestimento della “Compagnia degli Acerbi” 

della celebre ed arricchente commedia di Aristofane.
Scritta 2500 anni fa… per i giorni nostri.

Detto fatto telefono  alla produzone e blocco 25 posti, spettacolo per le scuole… scuole medie , superiori e per i Bimbisvegli, (unica classe di scuola primaria)

come  abbiamo già detto e messo in pratica in altre occasioni: non è mai troppo presto per capire come va il mondo.

In classe abbiamo iniziato a conoscere trama e personaggi, ad appassionarci all’avventura del vecchio contadino Trigeo, che  preoccupato per le sorti dei raccolti ed angosciato per l’Umanità, doma  un umile scarabeo stercorario e vola alto… a cercare l’aiuto degli Dèi… ma non sveliamo troppo.

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In viaggio con Enaiat

8 anni forse 10… già grande per partire  solo, affrontare il viaggio.

un viaggio fatto di assurdi: un viaggio che inizia con un abbandono, di una mamma  che così facendo… fa il dono più grande al suo bambino.

Un viaggio fatto di riconoscenza per una cipolla qualche patata ed un materasso in cambio di ore ed ore di lavoro, non pagato… ed anche se fosse pagato … a 10 anni ci si aspetterebbe di più!

eppure  è proprio così!

Succede altrove… nelle terre attraversate tanti secoli fa da Alessandro Magno, oggi dai camion dei trafficanti di uomini e dai tubi di petrolio e dai gasdotti.

E noi … noi impariamo ad essere tutti un po’ Enaiat… perchè non basta nascere nel posto giusto per chiudere gli occhi e ritenersi fortunati.

In classe abbiamo iniziato a leggere il libro di Fabio Geda.

Qualche pagina alla volta.
Un po’ per volta i ragazzi inseriranno i loro stati d’animo, le loro emozioni ed i commenti… in cammino, sulle orme di Enaiat.
Una recensione in cammino.

We care!

 A quanti si chiedono perché dei bambini e i loro insegnanti, affrontino temi, così particolari, e sentano il bisogno di esporre in pubblico il risultato delle loro rilessioni, rispondiamo con le parole di Lorenzo Milani, maestro!
“Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all’ingiustizia. Come ha liberta’ di parola e di stampa. Come il cristiano reagisce anche al sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c’e’ scritto grande: ‘I care‘. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. ‘Me ne importa, mi sta a cuore’. E’ il contrario esatto del motto fascista ‘Me ne frego'”
(Documenti del processo di don Milani, L’obbedienza non e’ piu’ una virtu’, cit., p 34
Ai suoi tempi, don Milani insegnava ai suoi bambini, che la provenienza, l’estrazione sociale, la ricchezza, non potevano costituire una differenza tra le persone, insegnava loro a informarsi leggendo sui giornali, approfondendo e ricercando le fonti, ed infine sapersi esporre prendendo posizione.
Oggi imparando da chi ci ha preceduti, come nani sulle spalle di giganti, proseguiamo su questa stessa rotta!
Leggiamo, approfondiamo su libri ed internet, riflettiamo in classe … e poi pubblichiamo sul blog il risultato delle discussioni, le opinioni, i suggerimenti per cambiare il mondo
Because we care!!

Ci rivediamo in classe ragazzi, l’affetto che costantemente sento da parte vostra, grazie per i grandi spunti di umanità, l’allegra serietà con la quale affrontate  tutti i discorsi, i continui brividi di trepidazione nel vedervi crescere, nel sentirvi cresscere come persone  singole ed un giorno autonome,  come  un gruppo aperto  e solidale, accogliente ma solido…
Per me  è un grande  privilegio poter esservi al fianco, per tendervi la mano  quando ne avete bisogno, o semplicemente per accogliervi, riconoscente, in questo mondo che ha davvero bisogno di voi, che  sono certo, voi farete più bello e più giusto,  con il vostro apporto di entusiasmo e speranze.
 
 “maestro” Giampiero
Natale 2011
 

sulla Libia io la penso così:

Io penso che se non avessero ammazzato i nipoti e il figlio di Gheddafi, loro magari avrebbero potuto scegliere di cambiare la loro vita e forse ci sarebbero soluzioni per non fare la guerra e questo avrebbe potuto camiare il mondo!
                                     Cesca. (9 MAGGIO 2011)

The WordPress.com stats helper monkeys prepared a 2011 annual report for this blog.

Click sull’immagine e … buon ripasso di inglese!!!!!

Here’s an excerpt:

A San Francisco cable car holds 60 people. This blog was viewed about 2.800 times in 2011. If it were a cable car, it would take about 47 trips to carry that many people.

Click here to see the complete report.